Nel meraviglioso altro mondo dell’ immobiliare vigono regole diverse.
Ma se le conosci, fai la differenza.
Parliamo di locazioni commerciali.
Parto da un presupposto: per la sua natura, il risultato di un buon contratto di locazione si genera in parte alla stipula e in parte negli anni a seguire.
Questo potrà sembrare una banalità, ma ha una conseguenza tangibile: bisogna prestare estrema attenzione a tutti gli elementi i cui effetti si manifestano successivamente alla stipula.
Fermo restando che il successo di un’impresa è legato a doppio filo alle capacità umane e imprenditoriali di chi la guida, è vero anche che dietro alla storia di tanti negozi che abbassano definitivamente la saracinesca si celano anche i contratti di locazione squilibrati.
In questo caso, si genera un deprimente circolo vizioso in cui entrambe le parti vedono svilire il proprio valore percepito:
- il locatore, perché il negozio si deprezza se cambia troppo di frequente l’attività ospitata;
- il conduttore (e indirettamente l’agente immobiliare), che risulta meno credibile sul mercato.
Ma, nel concreto, come si arriva a un contratto di locazione soddisfacente per entrambe le parti?
Gli elementi essenziali sono quattro, cioè uno in più rispetto a una locazione residenziale.
Da qui, il quarto elemento.
- immobile;
- locatore;
- conduttore, che dev’essere “adatto” e calibrato a quel tipo di operazione;
- attività avviata dal conduttore, che si deve inserire correttamente e in maniera “ecologica” al quadro d’insieme. E non è detto che queste ultime due cose vadano di pari passo, anzi.
Il quarto elemento quindi è dato dallo “sdoppiamento del conduttore”, analizzato da due lenti allo stesso tempo distinte ma tremendamente connesse.
Difatti, tutti e 4 i punti sono aspetti inscindibili di un unico concetto: quello di equilibrio.
1 -Posizione ( di cui abbiamo già detto)
2- Locatore di un immobile commerciale
Quando si parla di immobili commerciali, tendenzialmente le decisioni del locatore sono condizionate da una componente di razionalità più spiccata rispetto ad altre tipologie di transazioni immobiliari, tranne nel caso in cui lui stesso abbia avuto una attività commerciale all’interno degli stessi locali, perché in questo caso il discorso assume tutt’altra piega.
3 – 4. Conduttore di immobili commerciali
La razionalità e l’indagine analitica sono da tenere in considerazione anche quando ci si confronta di con il potenziale conduttore, senza però sottovalutare mai la priorità della componente emotiva.
“L’imprenditore sceglie col cuore, compra col cervello”
Come ho già accennato, un conto è il conduttore (3), un conto è l’azienda che vuole avviare (4). Due facce della stessa medaglia. Non capita di rado che professionisti validi si imbarchino in un progetto di impresa che, per un motivo o per l’altro, non è adatto alla location scelta o alla congiuntura del mercato.
In tal caso, bisogna avere la maturità di suggerire altre soluzioni più idonee, spiegando chiaro e tondo il perché. Se al contrario l’idea imprenditoriale è buona ma il soggetto non ispira fiducia, è meglio desistere in partenza.
Ecco, di fatto l’inserimento del “quarto elemento” rimescola gli altri tre elementi generando una alchimia ed un “campo di gioco” con regole e dinamiche che rendono questo negozio (gioco di parole) diverso da tutti gli altri.
E tu, cosa ne pensi?