Perché gli immobili su strada possono veicolare una nuova visione di rigenerazione urbana e turismo

Perché gli immobili su strada possono veicolare una nuova visione di rigenerazione urbana e turismo

Sempre più spesso ormai si parla di Rigenerazione urbana.

L’ Italia vanta il maggior numero di centri storici d’Europa.

Ogni città, anche piccola, può diventare una città “prodotto”.

Si può creare turismo culturale, paesaggistico, persino turismo retail, capitanato da un vero e proprio manager territoriale.

Le grandi città potrebbero fare da “ancore” per le piccole città, sbloccando nuovi mercati di flussi turistici.

Andiamo quindi fuori dalle solite logiche e proviamo quindi ad ipotizzare uno sviluppo centrifugo del commercio, in due diverse modalità:

  • grandi città che facciano da ancore alle piccole città;
  • centri nevralgici delle grandi città che facciano da ancore ai territori periferici.

Come?

Ad esempio, il nostro paese è pieno di immobili non utilizzati, o che comunque potrebbero essere destinati ad un uso più efficace.

Queste strutture potrebbero essere riconvertite in maniera più ecologica a quello che è il territorio, e da questo punto non ci sono distinzioni tra periferia o centro data la loro capillare presenza praticamente ovunque.

Questo è anche un esempio tipico di mondo immobiliare che segue quello del commercio, di cui abbiamo scritto in precedenza.

Se ben pensati, questi progetti possono generare nuovi “poli commerciali”.

Studiando la localizzazione delle imprese nello spazio e la maniera in cui esse si avvantaggiano se il prodotto converge, possono essere costruite soluzioni commerciali meravigliose (Modello di Hotelling).

Tra l’altro è quello che già succede nei centri commerciali e nei parchi commerciali (ma solo quelli che funzionano), nei centri commerciali naturali, e in alcuni centri storici.

Se il mix di prodotti converge diventa un polo tematico, se non converge ma crea la giusta alchimia, diventa un polo complementare.

Attorno a tutte queste idee ruotano esplosive opportunità legate al business degli immobili commerciali le cui micce aspettano solo di essere accese.

In questo contesto si incastra alla perfezione il principio dell’omnicanalità, prodotto della fusione tra canale fisico e canale digitale, utilizzato sempre di più dalle aziende*, in modo da raggiungere il cliente/turista e creando un’esperienza di acquisto completa e coinvolgente.

*Piccola digressione: le istituzioni italiane dovrebbero migliorare sensibilmente il dialogo coi tessuti imprenditoriali, ma per prime dovrebbero crescere ed imparare ad applicare questi concetti nei propri ambiti di competenza.

Ad esempio (ma è solo un cenno, viste le innumerevoli diramazioni che genera l’omnicanalità) raggiungendolo attraverso i canali digitali, affinché lui raggiunga poi gli spazi fisici per vivere quella specifica esperienza di acquisto di un prodotto o di un servizio.

È necessaria però la presenza di professionisti dotati del giusto mix di competenze immobiliari e commerciali, riconosciuti dal mercato perché nuovi, diversi, e finalmente permeati da una incrollabile visione sociale d’insieme che vada ben oltre le seppur ingenti opportunità economiche.

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